Siamo entrati ufficialmente in un nuovo anno…
Sono molto contento di come sia andato il mio 2021.
Un anno pieno di gare, con alti e bassi come in ogni stagione e tanti risultati positivi.
Partiamo dall’inizio del 2021, un inizio di stagione molto intenso con un infortunio che in 3 mesi non mi aveva fatto allenare come volevo.
Purtroppo, come si sa, un infortunio per un atleta é uno degli ostacoli più duri che possa trovare sul suo percorso.
Quando iniziarono le gare non ero pronto, un po’ di incertezza e tanta stanchezza per i carichi di preparazione all’ultimo momento e di fretta.
Verso giugno la forma c’era ma non delle migliori, ma era già una forma che mi avrebbe portato a dare dei bei risultati nelle gare che mi ero prefissato.
Un anno pieno di belle trasferte con Brooks due in particolare che vi voglio raccontare.

La prima a inizio satagione, dopo un 4’ posto alla Livigno Skymarathon feci un raduno di 3 giorni con Brooks a Cortina, per debbutare con il Team Brooks Europa e presentare le nuove “Cascadia 16” .
Ovviamente a noi atleti spettava una gara della manifestazione “ Lavaredo Ultra Trail”, per me era il tempo di correre la Skyrace di 20 km con 1000 D+.
Una gara molto corribile e molto veloce come durata di percorso però non ero in ottima forma, infatti la Domenica avevo corso la Livigno e mi aveva lasciato un bel segno, era solo giovedì ed in quei tre giorni non c’è stato lo scarico necessario, anzi, sei un pazzo se sei a Livigno e non vai a gustarti le montagne che la circondano.
Però il debutto doveva avvenire e la Skymarathon di Livigno non volevo assolutamente saltarla, quindi l’avevo già messa in conto.
Ovviamente essendo la gara più corta e meno importante della manifestazione non c’era un livello che si potesse definire fortissimo, bisognava comunque stare attenti.
Infatti al raduno Brooks era presente il Team Brooks al completo quindi atleti Italiani, francesi e spagnoli e già sapevo che i miei compagni di squadra non erano li per scambiare amichevoli passeggiate nel bosco.

Pronti, via! La gara partì e fu una delle poche gare in cui alla partenza mi vidi superare da 20 persone nel giro di 150m, insomma una partenza a fuoco ed era prevedibile, erano tutti pronti per fare del proprio meglio e mettersi in risalto il più possibile.
Quello era anche il mio compito, ma so ascoltare il mio corpo e non era il momento di correre ai 3 minuti al km per poi “esplodere” dopo 3km.
Rimasi in 20’ posizione fino al 5’km, poi iniziai a provare una sensazione di superiorità nel gestire le forze al confronto dei miei avversari, correvo agile anche se con un po’ di dolore ai quadricipiti :un souvenir portato da Livigno.
Però era una sensazione bellissima riuscire a percepire la mia agilità a confronto dei miei avversari, forse nella mia mente iniziò a farsi largo l’opzione di provare a giocarmi qualche jolly.
Cambiai marcia, neanche troppo spinta, ma mi bastava correre in salita per ricuperare tutto il Gap che i miei avversari avevano nei miei confornti.
Corsi senza troppe pretese, ero curioso fino a dove potessi spingere il mio corpo dolorante ma pieno di energia e voglia di mettersi in gioco.
Iniziarono le pendenze più dure, verso il 5’ km sapevo che potevo iniziare a dire la mia, almeno potevo iniziare a tirare fuori qualche asso dalla manica, e cosi feci, dopo qualche sorpasso presi il gruppo di testa. L’unico ad essere più avanti era il mio compagno di squadra Alex Garcia Carrillo che comandava la gara con un vantaggio di circa 45 secondi sul gruppo degli inseguitori, dove eravamo in 4: due francesi del Team Brooks, un Italiano ed Io.
Dopo circa 10 minuti iniziai a vedere che i miei due compagni di squadra francesi iniziavano ad indietreggiare, allora decisi di usare l’ultimo jolly, ovvero le mie capacità di essere un discreto discesista. Così appena iniziata la discesa iniziai ad attaccare per un posto nel podio, mi misi terzo davanti ai due francesi.
Dopo metà discesa…Iniziai a pensare:
Domenica avevo debuttato nel mondo dello skyrunnig, la mia prima volta in una gara di livello con un risultato che nessuno si aspettava, un 4’ posto che per me valeva tanto. Ripensando a quel momento e a quella energia positiva mi accorsi di correre senza una precisa consapevolezza di quello che stava succedendo.
Ma durò ben poco, la discesa era corribile ma ripida, le mie gambe decisero che il terzo posto era buono, che avevamo già usato le poche energie con testa e che avevamo dato spettacolo lo stesso.

Tagliai il traguardo a Cortina felice e con un terzo posto che per me valeva tanto. Quel giorno tutti e tre battemmo il record del percorso, con la vittoria di Alex e il mio 3’posto, avremmo dato il via a questo percorso con Brooks.

Per la seconda esperienza con Brooks c’è tempo.
A presto
L’OSSERVATORE